• Ghiaccio caldo

Anders Limpar

Vi era un tempo, invero non troppo lontano, in cui noi italiani potevamo godere di quello che era senza alcun dubbio il campionato più qualitativo del globo.
Certo, i bidoni non mancavano affatto.
Ma vi era pure una pletora di fuoriclasse che a pensarci oggi, con gente che dovrebbe pagare il biglietto per entrare in uno stadio, piuttosto che scendere addirittura sul terreno di gioco e da protagonista, mi sale una tristezza di quelle infinite.

E pensare che a fine anni 80, per dire, in una mediocre Cremonese -con tutto il rispetto, eh- che si muoveva con l’ascensore tra cadetteria e gloria, giocava uno svedese che fu nominato terzo miglior straniero del campionato dietro a due signori dal nome e dal pedigree altisonante: Maradona e Matthaus.
Il calciatore in questione si appellava Limpar e, tocca ribadirlo, faceva parte della rosa di una Cremonese che, onestamente, era a dir poco scarsa.
Oggigiorno il nostro giocherebbe in una compagine in lotta quantomeno per la qualificazione in Champions League, per intenderci.
Altri tempi, altro mondo.


Ma proviamo a procedere con ordine, come al solito.
Anders Erik Limpár nasce in Svezia, nel 1965.
A Solna, per la precisione.
Un sobborgo posto a pochi chilometri di distanza dalle stupenda capitale Stoccolma, che ho avuto il piacere di visitare in diverse occasioni e che porto nel cuore per la bellezza dei paesaggi, nella mente per le atmosfere decisamente intriganti e nelle ossa per il gelo invernale che ancora oggi, a pensarci, mette i brividi.
In primavera ed estate altra storia, s’intende.
Però una occhiatina la merita pure in inverno, altrimenti che Stoccolma sarebbe?
Tra l’altro Laszlo, il padre del ragazzo, ha natali ungheresi: quindi il freddo glaciale è proprio insito nel DNA della famiglia Limpar.
Un ghiaccio caldo, eh: pregno di temperamento e forza.

Anders cresce rapidamente: è molto intelligente ed è anche abbastanza disciplinato, in una età in cui si sa, i piccoli tendono ad andare un po’ per i fatti propri.
Gli piace studiare e ama lo sport, soprattutto “il pallone”.
A soli sei anni il padre lo iscrive nel Spårvägens GoIF, una società di Stoccolma che si occupa di discipline sportive e che da appena ventiquattro mesi ha inserito pure il calcio tra le proprie attività.
Due anni più tardi ecco il passaggio nell’AIK Solna e, pochi mesi dopo, l’ingresso nel Brommapojkarna, una società di Bromma- sobborgo occidentale di Stoccolma- molto ben organizzata a livello di settore giovanile ove il giovane Limpar matura come calciatore e come uomo.
Esordisce sedicenne con la prima squadra, che è da breve tempo sbarcata nella seconda divisione svedese.
Anders Limpar si mette sin da subito in mostra, evidenziando doti tecniche e fisiche che sembrano donargli almeno un lustro in più rispetto alla sua età reale.
Forgia il carattere lottando sui campi della cadetteria svedese ed attirando su di sé l’attenzione dei tecnici federali, che lo convocano dapprima nella Under 17 e, di lì a poco, pure nella Under 19.
Il giocatore, centrocampista offensivo, ha stoffa.

Il Brommapojkarna sfiora la promozione in prima serie e Limpar viene immancabilmente adocchiato da compagini importanti.
Nel 1986 lo acquista  l’Örgryte IS di Goteborg, che ha appena vinto il campionato di prima divisione battendo i forti arcirivali dell’IFK Goteborg.
Un salto imponente per il giovane centrocampista, che si ritrova lanciato verso platee prestigiose, quantomeno nel panorama calcistico scandinavo, e diventa una colonna della Under 21 svedese, proseguendo nella scalata al vertice.


Nella sua nuova squadra Anders si ambienta subito alla grande, mettendo a segno cinque reti in una ventina di gare, ma a livello di classifica i risultati non sono esaltanti e l’Ogryte non riesce a ripetere l’exploit della precedente stagione.
Intanto Limpar esordisce nella Nazionale Maggiore e partecipa alle Olimpiadi di Seoul, con la Svezia che gioca un bel calcio fino ai quarti di finale, allorquando è l’Italia ad estrometterla dalla kermesse.
Con l’Ogryte le cose vanno meglio nella seconda annata, almeno fin quando la società decide di monetizzare e cedere il centrocampista allo Young Boys, in Svizzera.

Young Boys 1988-89

A volerlo a Berna è il connazionale Tord Grip, da poche settimane insediatosi sulla panca dei gialloneri.
Limpar è felice di uscire dalla Svezia e di mettersi in gioco in un contesto interessante ed in un torneo che attira gli sguardi di parecchi osservatori di compagini blasonate.
Il ragazzo gioca un’ottima stagione, in effetti, segnando sette reti in ventisette partite.
Lo cercano da Olanda, Germania, Francia, Belgio e Italia.
Il Como, che aveva fatto un sondaggio prima che Limpar si trasferisse in Svizzera, è retrocesso in B dopo aver puntato sul brasiliano Milton, in sua vece.
Ci provano quindi: Genoa (che reputa troppo alto il costo del suo cartellino e vira sugli uruguagi Perdomo e Ruben Paz), Bari (che ingaggia il brasiliano Gerson con un esborso minore), Lecce (che non trova l’accordo col entourage del calciatore e decide di confermare i propri stranieri), Udinese (che ad un certo punto centra il colpo Gallego, dal Real Madrid, e lascia cadere le altre piste) e Cremonese.

I lombardi, alla fine della fiera e senza troppa concorrenza interna, riescono a mettere le mani sul calciatore e lo inseriscono in rosa, a disposizione del tecnico Burgnich unitamente ad elementi quali l’ex Laziale e nazionale argentino Dezotti, il puntero paraguaiano Neffa, il cavallo di ritorno Fulvio Bonomi, i promettenti Mauro Bonomi, Marcolin e Favalli, il funambolo Chiorri, il portierone Rampulla ed una lunga serie di mestieranti, ottimi combattenti per la B ma, forse, non adattissimi per competere in una A di alto livello.
E difatti la Cremonese non compete più di tanto, retrocedendo senza colpo ferire.

Anders Limpar, Cremonese

Anders Limpar disputa un grande torneo, invero non segnando spesso ma giocando sempre al di sopra della media, finendo per essere eletto da una apposita giuria come uno dei migliori tre stranieri del torneo, alle spalle di Maradona e Matthaus.
In una stagione in cui in Italia risiedevano Van Basten Gullit, Careca, Klinsmann, Brehme, Rijkaard, Dunga, Voller e via discorrendo.
Un’apoteosi personale in una annata scadente, dal punto di vista di club.

In estate partecipa ai Mondiali del 1990, che hanno luogo proprio nella penisola.
Parte titolare nelle sconfitte contro Brasile (1-2) e Scozia (1-2), finendo in panca nell’ennesimo 2-1 con cui il Costa Rica sbatte i nordici fuori dal torneo.

In estate la Lazio -al quale lo svedese aveva rifilato un bel gol a Cremona- prova ad acquisire il cartellino del centrocampista, ma non riuscendo a liberarsi dell’argentino Troglio l’affare finisce per sfumare.
Il buon Anders riceve comunque parecchie offerte, incluso un ricco triennale dal Liverpool che però poi vira su altri obiettivi.
La proposta più succulenta, sia a livello di ingaggio per lui che di costo del cartellino per la Cremonese, arriva infine da Londra ed è targata Arsenal.
Società importante, campionato di ottimo livello.
Limpar si acclima perfettamente nella capitale inglese e trascina il suo team alla vittoria della First Division.
Seaman, Smith, Merson, Dixon, Adams, eccetera eccetera: mister Graham ha a sua disposizione un bel gruppo di ottimi calciatori.
Anders segna undici reti e si impone come uno dei Top del campionato, oltre a ricevere il premio come miglior giocatore svedese dell’anno.

Quindi si presenta ai nastri di partenza del Campionato Europeo del 1992 come uno dei pilastri della Svezia che, tra l’altro, è la nazione ospitante della competizione.
I gialloblu impattano all’esordio contro la Francia (1-1), quindi battono Danimarca (1-0) ed Inghilterra (2-1) ed approdano alle semifinali, dove è la Germania Ovest a sancirne l’eliminazione, con un 3-2 che porta i tedeschi a giocarsi la finale con una sorprendente Danimarca, futura vincitrice di EURO 1992.
Anders Limpar, numero 10 sulle spalle, è titolare nelle prime tre gare, mentre nell’ultimo match entra nella ripresa.

Al ritorno in Inghilterra il centrocampista svedese inizia a manifestare alcuni problemi di ordine fisico che, nel tempo, diverranno una costanza.
Vince la FA Cup e Coppa di Lega nel 1993, sebbene non da protagonista.

Anders Limpar, Sweden

Nel 1994 è nella spedizione svedese che si reca negli USA, per i Campionati del Mondo.
I nordici esordiscono pareggiando col Camerun (2-2), poi sconfiggono la Russia (3-1) ed impattano col Brasile (1-1), superando il primo turno.
Agli ottavi vincono per 3-1 con l’Arabia Saudita, mentre ai quarti è la Romania ad arrendersi agli scandinavi ai calci di rigore, dopo l’!-1 dei tempi regolamentari ed il 2-2 al termine dei supplementari.
In semifinale è il Brasile ad interrompere il sogno degli svedesi, vincendo per 1-0.
I gialloblu portano a casa la finalina per il terzo posto: 4-0 alla Bulgaria, con Limpar che entra a pochi minuti dalla fine e mette a referto la sua unica presenza nella kermesse.

Quando rientra all’Arsenal finisce col rompere con l’allenatore Graham e, poco prima della scadenza del suo contratto, viene ceduto al Manchester City, contro la sua volontà.
Mentre sta per convincersi ad accettare la destinazione, ecco che si inserisce l’Everton, la squadra che confessa di tifare sin da bambino, e si assicura il calciatore.
Con i Toffees Anders Limpar vince da protagonista la FA Cup e la Charity Shield nel 1995.
Poi cade in disgrazia, a causa di persistenti problemi fisici, e scompare dai radar.
Chiude pure l’avventura con la sua Nazionale, dopo una decina d’anni di fedele militanza ed una sessantina di presenze.

Everton FC

Nel calciomercato invernale del gennaio del 1997 viene spedito al Birmingham, in seconda divisione.
Pochi mesi, senza acuti, quindi il ritorno in Svezia, all’AIK, dove riacquisisce lo splendore giovanile ed aiuta i compagni a vincere il campionato.
Nonostante ciò, non viene riconfermato e decide di attraversare l’Atlantico per andare a giocare nella Major League Soccer, negli USA, indossando la casacca dei Colorado Rapids per quasi due stagioni.
Rientrato in Europa, si stabilisce a Stoccolma e si allena nuovamente con l’AIK, prima di firmare per il Djurgårdens IF.
Non fa nemmeno in tempo ad esordire che rescinde il contratto e va al Brommapojkarna, per un romantico ritorno alle origini che coincide con la vittoria del club nel campionato di terza divisione.
La stagione successiva, dopo una decina di gare in seconda serie, è l’ultima per Anders Limpar, che si ritira dal calcio giocato con trentasei primavere sul groppone.


Un calciatore forte, tra i migliori centrocampisti nordici degli anni novanta.
Ambidestro, tecnica importante e buoni polmoni, Limpar mi impressionò parecchio, nella sua unica stagione italiana.
E colpì anche parecchi addetti ai lavori, datosi che su di lui si scatenò un’asta ancor più furiosa di quella di dodici mesi prima, quando venne acquistato dalla Cremonese.
Le vittorie di squadra hanno certificato la bontà del calciatore, che senza una lunga serie di infortuni avrebbe potuto ritagliarsi ancora più gloria nella sua bacheca personale.
Dotato di un ottimo tiro dalla distanza, di una discreta visione di gioco, di una notevole capacità nel produrre assist e di una apprezzabile abilità nell’attaccare gli spazi, lo svedese è stato un centrocampista completo, che preferiva agire sulla sinistra, rientrando sul destro per concludere verso la porta avversaria, ma che poteva esprimersi pure sulla corsia opposta facendo il movimento all’inverso, e, nel caso, anche dietro le punte, da fantasista, da ala e da centrale puro.
Fisicamente non dotatissimo e talvolta anarchico dal punto di vista tattico, è stato più volte rallentato dagli infortuni e, non di rado, questi problemi si sono manifestati in momenti cruciali della sua carriera.
Bravo nei calci da fermo, di testa non la prendeva quasi mai e sebbene avesse un carattere deciso, più costante che lunatico, non sempre ha saputo fare della continuità di rendimento la sua caratteristica migliore.


A fine carriera apre un bar, poi inaugura una sala scommesse e si diverte in alcuni programmi televisivi.
Lui che, tempo prima, era stato vittima di un divertente quanto inquietante scherzo in tv che lo proiettava nel futuro, attraverso l’uso di una macchina del tempo e di un cast di attori guidati da una regia accurata e da una produzione decisamente dispendiosa.
Nel 2006 Anders Limpar è tornato brevemente ad indossare gli scarpini da calcio, nel Djursholm United, tra i dilettanti, prima di passare al club di quarta divisione Sollentuna United come vice allenatore.
Nel 2012 si rimette a lavorare come imprenditore e fonda una azienda che produce scatole di plastica.

Oggi si tiene ancora in perfetta forma fisica con la classica partitella settimanale ed un po’ di sana palestra e vive a Stoccolma, insieme alla compagna Lena.
Ha due figli, Jesper e Josefine, avuti dall’ex moglie Madeleine.

Anders Limpar, today

Un buon giocatore, per davvero, che ricordo con piacere e che dal punto di vista onomatopeico -sì, lo so: è una fissa da ricovero- nella mia Lazio dell’epoca ci sarebbe stato benissimo, sulla fascia mancina del centrocampo.

“Giocare a Cremona mi ha fatto piacere, conservo bei ricordi.
La squadra era scarsa, purtroppo.
Tranne alcuni elementi, la maggior parte della rosa era da categoria inferiore.
Però è stato un onore far parte del campionato più importante del mondo, all’epoca.
Paese meraviglioso, stadi sempre pieni e tanti campioni.
Sì, sono orgoglioso di esserci stato!”

Anders Limpar

Anders Limpar: ghiaccio caldo.

V74

2 Replies to “Anders Limpar”

  1. Bellissimo articolo su di un giocatore che ricordavo , quando il calcio era un’ altra cosa ed era il mio calcio…. grazie

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