• 1996

DJ Krush & Toshinori Kondo – Ki Oku

Come nel caso del controverso e affascinante Tutu del geniale Miles Davis, l’abbinamento jazz-elettronica è per il sottoscritto quasi sempre foriero di interesse, curiosità, attenzione.


Materia complessa, va detto.
Approcciare determinati generi e riuscire a farli convivere in maniera omogenea è impresa titanica, a parer mio.
Ancor di più in un solo album e non in una compilation ove, bene o male, si riesce ad organizzare una sorta di cernita tra le migliori tracce disponibili che si rifanno al sound desiderato.

Un intero lavoro che affronti le tematiche sonore in questione tende, spesso, a rivelare una certa difficoltà d’approccio, in modo particolare ai primi ascolti, se non sfocia addirittura nella noia, soprattutto se non si hanno orecchie “allenate e predisposte” ad andare oltre i parametri classici, ammesso e non concesso che ne esistano di predefiniti.


Un disco che invece non stanca affatto, neanche al primo accostamento, è il bellissimo Ki-Oku, del duo DJ Krush & Toshinori Kondo.

Accoppiata quanto mai bizzarra, che regala all’opera -una sorta di soundtrack immaginaria- un’atmosfera unica.

*DJ Krush è un noto dj e produttore discografico giapponese, tra i nomi più celebri della scena internazionale breakbeat, downtempo e trip pop.

*Toshinori Kondo, anch’egli made in Japan, è un trombettista di fama e talento, instancabile sperimentatore ed esploratore di nuovi mondi sonori ed artistici.

DJ Krush & Toshinori Kondo

Un incontro tra spiriti inquieti e visionari, alla perenne ricerca della nota perfetta pur nella piena consapevolezza che non la troveranno mai, ma anche impegnati a scandagliare loro stessi ed il circondario per dare un senso profondo alla propria musica.

Il risultato di cotanta passione non poteva che essere all’altezza del loro impegno.


Ki Oku è un album trip pop intriso di forti venature jazz, con la raffinata tromba di Kondo che incontra divinamente gli irrequieti campionamenti di DJ Krush, andando a generare una miscela esplosiva di eleganza ed energia.

Tra i solchi del disco predomina una soffusa malinconia che gli dona forza e spessore, conquistando l’ascoltatore ed impossessandosi della scena fin da subito.

Shoh-Ka, Mu-getsu, Sun Is Rising (imprevedibile rilettura del brano di Bob Marley), Mu-Chu e Bu-Seki rappresentano i momenti più coinvolgenti.
Qui non si butta via niente, però.
Credetemi.

1Toh-Sui4:57
2Tobira-10:35
3Mu-Getsu6:20
4Ha-Doh5:24
5Sun Is Shining6:52
6Mu-Chu6:28
7Tobira-20:45
8Fu-Yu4:56
9Ki-Gen4:40
10Ko-Ku5:24
11Shoh-Ka4:40
12Bu-Seki4:58
13Tobira-30:44
Tracklist

Minimale, etereo, ipnotico.

Siamo nel 1996: ma se Miles Davis fosse vivo oggi, intendo nel 2022, suonerebbe esattamente così.


Per chi ama DJ Shadow, DJ Cam, Marc Moulin, Ryuichi Sakamoto, Brian Eno, Photek, Roni Size, Goldie, Adam F, Photek e questi signori qui, allora Ki Oku non può e non deve mancare -NO!- nella vostra collezione.

Un disco che mi accompagnerà allorquando, finalmente, sbarcherò in Asia.
Nelle lunghe ore in aereo mi rilasserò viaggiando con i due geniali nipponici.

Le atmosfere notturne mi riportano inoltre alla memoria (Ki Oku significa appunto memoria) le notti berlinesi.
La prima volta che ho sentito partire Mu-Getsu mi è sembrato di trovarmi proprio lì, nella metro di Berlino, al calar delle tenebre, avvolto da un caldo e morbido abbraccio di melodie oscure.
Ed ogniqualvolta riparte la traccia mi ritrovo catapultato nella capitale tedesca, ripensando alle medesime sensazioni.


Il potere della Musica.
Piove, pigramente, ed il cielo è cupo, nuvoloso.
Cos’altro desiderare?

Toshinori Kondo ha salutato il pianeta un paio di anni or sono.
La sua tromba è invece ancora qui tra noi.
Come lo è la sua arte, a ricordarci che il tempo passa, inesorabile, ma la qualità resta.
Ad imperitura memoria, per rimanere in tema.


DJ Krush & Toshinori Kondo – Ki Oku: 8,5

V74

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