• 2015

Enzo Gragnaniello – Misteriosamente

Siamo nell’ormai lontano 1999, allorquando Enzo Gragnaniello partecipa insieme ad Ornella Vanoni al Festival di Sanremo con un brano –Alberi– intenso ed emozionante, che si classifica appena al di sotto del podio.

Lui ha già alle spalle una carriera di tutto rispetto, ma che forse non è decollata come avrebbe meritato, quantomeno a livello di grande pubblico.
Con la performance sanremese il buon Enzo, grazie anche ad una Vanoni che non potrebbe risultare banale manco se si impegnasse allo spasimo per farlo, attira su di sé l’attenzione di molti nuovi appassionati.

Lui, che dalla metà degli anni settanta in avanti ha sempre prodotto musica “impegnata”, concentrandosi sul filone melodico e sulla tradizione popolare partenopea, apprezza la notorietà acquisita e ringrazia per l’attenzione incrementata.
Ma non si sposta di un millimetro da quelle che sono le idee e passioni sonore che lo hanno contraddistinto sin dagli esordi.
Continua, imperterrito, a ricercare.
Perché oltre ad essere un musicista di spessore autentico ed un’anima poetica profonda e sincera, Enzo è soprattutto un appassionato investigatore dello spirito umano.


Negli anni più recenti, dopo aver vinto numerosi premi personali, ha leggermente diradato le pubblicazioni discografiche concentrandosi ancor di più sulla qualità dei suoi dischi che, a parer mio, è andata ulteriormente incrementandosi col tempo e con l’età.

Enzo Gragnaniello - Misteriosamente

Un talentuoso menestrello in grado di coniugare idealmente poesia ed arte, accompagnandole con un tappeto sonoro di indubbio fascino e di notevole stile.

Misteriosamente, del 2015, è un album che ho scoperto relativamente tardi, ma che a parer mio condensa tutti gli elementi più intriganti dell’artista napoletano.



1. Guardo il mare
2. Misteriosamente
3. L’erba cattiva
4. E continuo
5. Quale futuro vuoi
6. ’Na bella vita
7. Solo di te
8. Ammore pezzente
9. Senza più Maria
10. Cummann ’o sole
11. Chisà si è ’overo
12. Il viaggio di un amico


«Perché “Misteriosamente”? Perché viviamo in un mondo magico, misterioso, imprevedibile, dove abbiamo ancora paura dell’ignoto. Siamo persone che hanno perso lo stupore e in questo disco cerco di raccontare tutto quello che ho assorbito nel mio percorso artistico».
Le parole dell’autore racchiudono l’intento dello stesso e presentano il lavoro nel migliore dei modi.


Dodici tracce, con la stupenda “title track” interpretata insieme a Raiz, degli Almamegretta.
Un sublime intreccio di due voci uniche, a far risaltare un testo poetico ed un tappeto sonoro delicatissimo e, nel contempo, pregno di energia.
Gran bel pezzo, assolutamente.
Un altro duetto degno di nota è quello col bravo Nino Buonocore, nel brano “Quale futuro vuoi”, ove la suadente melodia accompagna un deciso invito a non smarrire le proprie radici ed a portarle orgogliosamente seco per poter guardare avanti con la dovuta forza.
Il mio pezzo preferito del lotto è “Solo di te”, canzone romantica per eccellenza con un saliscendi emotivamente deflagrante: stupenda.
“L’erba cattiva”, rilettura di un brano del 2007 dello stesso Gragnaniello, è un altro gran bel momento di passione e musica.
Tra l’altro Enzo si diletta a spaziare in vari suoni con la sua chitarra.
O per meglio dire: con le sue chitarre, datosi che alterna quella classica a quella elettrica e non disdegna, in alcuni frangenti, di utilizzare quella acustica.
Gli arrangiamenti e la produzione sono a carico del cantautore, per quanto nel lavoro non manchino tantissimi suoi amici e collaboratori, ad elevarne la cifra qualitativa.
“Na bella vita”, scritta da Gragnaniello per gli Almamegretta e da loro interpretata diversi anni or sono, è altrettanto degna di attenzione, con un canto dialettale ricco di magia e suggestione.
In “Guardo il mare” la chitarra si interseca col mandolino e l’effetto è da cantilena folk.
Anche in “E continuo” – testo bellissimo- prosegue sul medesimo filone, mentre “Amore pezzente” vira verso sonorità più da world music, sebbene in lingua napoletana e con un raffinato senso di malinconia in sottofondo.
“Senza più Maria” è un altro dei miei passaggi preferiti di tutto il disco: ritmo, estro, vocalizzi.
“Cummann ’o sole” e “Chisà si è ’overo” sembrano due canzoni napoletane dell’ottocento ed è un sincero apprezzamento verso un personaggio unico, che merita rispetto e stima per come si pone nei confronti del suo territorio e della sua arte.

Un artista capace di non svendersi, come gli Avitabile, i Senese ed altri ancora che mai, o quasi mai, hanno venduto l’anima al successo.
Pur avendo, è bene specificarlo, le carte in regola per farlo.

Tra l’altro lo stesso Gragnaniello si è più volte cimentato in collaborazioni con musicisti giovani e con sentieri apparentemente distanti dai suoi.
Coraggioso e sperimentatore, come detto in precedenza.
Personalmente, ricordo una straordinaria interpretazione di Enzo in un bellissimo brano de “La Famiglia“, che si intitola Odissea.

Ed a proposito di Napoli, a chiudere l’album è uno strumentale dedicato a Pino Daniele: “Il viaggio di un amico”.
Il titolo dice già tutto, invero.
Pino ed Enzo sono stati compagni alle elementari.
Il mito, in una delle sue ultime interviste prima di salutare il pianeta, disse:
“Napoli? Beh, abbonda di ottimi musicisti. Tanti, tanti. E poi c’è un poeta: Enzo Gragnaniello!”.


Una investitura vera e propria.
E Misteriosamente conferma l’ottima vena artistica e la sensibilità poetica di uno dei migliori cantori della sua generazione.
Amore, rabbia e, soprattutto, speranza.
Quella speranza che, quando è vivida, ci riporta alla vita.
E, soprattutto, ci ricorda che siamo vivi.
Ancora vivi.
Per davvero.

…Guardo il mare
E qui voglio restare
Guardo il mare
E non voglio parlare…

E.G.

Enzo Gragnaniello – Misteriosamente: 7

V74

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