• Calciatore e Radioamatore

Serhiy Rebrov

Calciatore e Radioamatore.
Beh, un’accoppiata vincente, per il sottoscritto.

Calciatore vero e Radioamatore vero, eh.
A livelli Top.


Superfluo specificare che ho conosciuto Serhiy (Sergey o Sergio, per gli amici) dapprima come giocatore di calcio e, soltanto anni dopo, anche come appassionato di Radio.
Attaccante che mi piaceva tanto e che è stato accostato in diverse occasioni alle squadre italiane, soprattutto alla Lazio che, ad un certo punto, pareva vicinissima al suo acquisto.

Da Radioamatore ho collegato in diverse occasioni il buon Rebrov, ottimo telegrafista e figlio d’arte (il padre è UT5SI) che, a seconda dei casi, opera dalle diverse location a lui attribuibili e con i nominativi rilasciati dalla autorità competenti dei luoghi in oggetto.
UT5UDX : Ucraina
-UT0U: Ucraina
5B4AMM: Cipro
-P3X: Cipro
ER0WW: Moldova
RW6ATN: Russia
M0SDX: Inghilterra
6Y3W: Giamaica
8P9AM: Barbados
TA2ZF: Turchia

Ed altri ancora.
Come si può intuire Serhiy è un avido “contester”, ovvero un Radioamatore che ama cimentarsi in gare e competizioni internazionali che coinvolgono molti operatori da tutto il mondo.
E ne ha vinte parecchie, di queste gare, ottenendo risultati oltremodo lusinghieri e mettendo in cascina pure alcuni record.

Serhiy Rebrov, Ham Radio

Ma prima ancora di saperlo a dilettarsi con la Radio il pianeta ha apprezzato l’ucraino per le sue gesta da calciatore.
E che calciatore!


Serhiy Stanislavovich Rebrov nasce nel giugno del 1974 (annata buona, oh) a Horlivka, Ucraina orientale, nell’ormai purtroppo nota regione del Donbass.
Il purtroppo non necessita di ulteriori spiegazioni.

Fisicamente mingherlino, si accorge presto di essere più rapido dei suoi compagni di giochi ed inizia a spadroneggiare con il pallone tra i piedi.
Lo Shakhtar Donetsk è il suo primo club e nelle giovanili della società ucraina Rebrov dimostra di essere un elemento di talento e classe attirando le attenzioni della staff tecnico della prima squadra, con l’ingresso ufficiale nella rosa a partire dalla stagione 1991-92, allorquando il nostro si guadagna immediatamente i galloni di titolare, andando per giunta a segno in dodici occasioni in quel che resta nella storia come l’ultimo torneo della oramai dissolta Unione Sovietica.

Le notevoli performance all’esordio nel calcio che conta intrigano parecchie squadre: in primis i rivali della Dinamo Kiev, che staccano un corposo assegno e si assicurano i servigi del giovane attaccante.
Nella capitale ucraina si è da poco chiusa la lunga e gloriosa parentesi in panchina del mitico colonnello Lobanovs’kyj ed il giovane ed ambizioso presidente Bezverkhy invia un aereo privato a prelevare Serhiy Rebrov per fiaccarne le resistenze al trasferimento e, nel contempo, per dare un segnale di forza ed organizzazione strategica alle società concorrenti.

Serhiy Rebrov

Nel primo campionato ucraino la Dinamo Kiev vuole vincere a tutti i costi e ci riesce, imponendosi sul Dnipro grazie alla differenza reti e nonostante il bailamme generato dai cambi dei tre allenatori che si sono succeduti in panchina nell’arco della stagione.
Inoltre porta a casa pure la Coppa d’Ucraina, sconfiggendo in finale il Karpaty per 2-1.

Serhiy Rebrov inizia a riempire la propria bacheca e nell’arco delle successive stagioni giocate in maglia bianco-blu la abbellirà ulteriormente con altri sette campionati ucraini vinti -consecutivamente-, cinque Coppe d’Ucraina alzate al cielo e vari trofei personali in aggiunta, come il titolo di miglior calciatore del paese (1996, 1998) e quello di capocannoniere della Vyšča Liha (1998).

A stretto giro di posta l’attaccante entra a far parte del giro della Nazionale maggiore, dopo un breve apprendistato nella Under 21.
In coppia col suo gemello del gol, Andy Shevchenko, regala spettacolo pure in Europa, mettendosi in mostra nelle coppe continentali ed, in particolar modo, in Champions League, con la Dinamo che si spinge sino alle semifinali (nel 1998-99, eliminata dal Bayern Monaco).
Il ritorno di Lobanovs’kyj in panchina apporta quel carisma, quella disciplina e quella sapienza tattica che fa la differenza, ad est.

Con la casacca della Nazionale il buon Rebrov sfiora in più occasioni la qualificazione ad eventi di grido quali il Campionato del Mondo in Francia, nel 1998, e l’Europeo in Belgio e Paesi Bassi, nel 2000.
In entrambi i casi sono i play-off a chiudere agli ucraini le porte del destino e il detto non c’è due senza tre si conferma una sentenza quando, nonostante un ottimo cammino durante le qualificazioni al Mondiale in Giappone e Corea del Sud del 2002, gli spareggi si dimostrano ancora una volta un ostacolo insormontabile.
L’Ucraina però cresce, seppur lentamente.
Agli Europei del 2004, in Portogallo, non riesce a raggiungere neanche i soliti play-off, ma per i Mondiali del 2006 in Germania è finalmente ora di festeggiare.

Rebrov, Germany 2006

Il Pallone d’Oro (2004) Shevchenko ed il suo complice Serhiy Rebrov sono i protagonisti di un team che supera il proprio girone iniziale battendo Arabia Saudita (4-0, Rebrov in rete) e Tunisia(1-0), dopo aver perso la gara d’esordio per 4-0 contro la Spagna.
Agli ottavi Rebrov segna il suo rigore nella lotteria che elimina la Svizzera, al termine dello 0-0 dei tempi supplementari.
Nei quarti è l’Italia a porre fine al sogno ucraino, con un 3-0 che non ammette repliche.
L’esperienza è complessivamente positiva, comunque.


A livello di club Serhiy Rebrov, già da alcuni anni, si è trasferito all’estero firmando per gli inglesi del Tottenham.
Rosa discreta, con alcune buone individualità: Rebrov si trova bene in coppia con Les Ferdinand e mette a segno un buon numero di reti, imponendosi come miglior goleador dei suoi.
Il Tottenham chiude a metà classifica e punta sul tecnico Hoddle, già ingaggiato prima del termine della stagione, per scalare ulteriori posizioni in graduatoria.
Il piano riesce in parte, ma Rebrov paga il ritorno con gli spurs del bomber Sheringham, che gli toglie spazio ed energie mentali, ulteriormente infiacchite da un pessimo rapporto con l’allenatore.
Risultato: Serhiy chiede la cessione.

Tottenham

In passato è stato cercato da Real Madrid, Barcellona e Milan, con l’idea dei rossoneri di ricomporre il duo con Scheva.
Nel nuovo millennio le richieste non mancano e sono tanti i club che si interessano al giocatore.
La Lazio di Cragnotti sembra quella più vicina alla definizione dell’affare, in uno scambio che vedrebbe Rebrov a Roma e lo spagnolo Iván de la Peña a fare il percorso inverso, trasferendosi in quel di Londra.
Il piccolo Buddha è in scadenza di contratto: quindi andrebbe in prestito, col Tottenham che chiede un lauto conguaglio per disfarsi del cartellino di Rebrov a titolo definitivo.
L’attaccante scalpita e non vede l’ora di sbarcare nella capitale italiana, ma l’affare non decolla e si trascina stancamente per settimane, sin quando all’apertura della sessione invernale del calciomercato un blitz dei turchi del Fenerbahçe pone fine alla questione e porta il calciatore sullo stretto del Bosforo.

Non ancora trentenne, nel pieno della maturità calcistica, Rebrov si ritrova in un torneo di secondo piano ed inizia la sua parabola discendente, che di lì a breve diverrà pressoché inarrestabile.
Un anno e mezzo ad Istanbul, con la vittoria del campionato nel 2004 ma senza acuti personali, fa da apripista al ritorno in Inghilterra, al West Ham, dove gioca con discreta continuità e diventa protagonista delle peggiori classifiche di rendimento stilate tra addetti ai lavori e tifosi.
Praticamente è quel che da noi sarebbe definito “bidone”, tenendo conto che il Tottenham per acquistarlo ha sborsato una cifra alquanto considerevole.


La Dinamo Kiev decide di riportarlo all’ovile, in previsione dei succitati Mondiali in Germania e sperando in una rinascita che invero non ottiene gli effetti sperati, pur vincendo ancora diversi trofei e superando la soglia delle cento realizzazioni in patria, primo a riuscire in questa impresa.

L’attaccante ucraino ha oramai imboccato il viale del tramonto e la successiva esperienza in Russia, al Rubin Kazan, non fa eccezione, per quanto Rebrov mostri sprazzi di classe pura e si assicuri una ulteriore vittoria del campionato.

Si accorda quindi con l’Arsenal Kiev, ma il subentro di condizioni contrattuali non soddisfacenti per lui pone fine anzitempo al rapporto di lavoro.

Si esibisce in una gara di Coppa d’Ucraina indossando la casacca di un piccolo club della capitale, l’Irpin, prima di appendere gli scarpini al chiodo e dedicarsi alla carriera di allenatore.


Inizia occupandosi delle giovanili del suo team storico e, poco dopo, è il vice della seconda squadra (Dinamo Kiev B) della medesima società.
Nella Dinamo Kiev A è invece dapprima inserito nello staff, come assistente, salvo poi subentrare alla leggenda Oleh Blochin come allenatore capo e vincere due campionati (2015, 2016), due Coppe d’Ucraina (2014, 2015) ed una Supercoppa Nazionale (2016).
Per una stagione si esibisce nel campionato saudita, accomodandosi sulla panchina dell’Al-Ahli.
Il triennio successivo lo vede alla guida del Ferencváros di Budapest, in Ungheria, dove mette in bacheca tre tornei nazionali consecutivi.
Quindi è all’Al-Ain, negli Emirati (vince campionato e Coppa di Lega).
Dal 2023 è alla guida della Nazionale Ucraina.

Serhiy Rebrov, today

Serhij Rebrov è stato uno dei più forti calciatori ucraini di sempre.
Seconda punta dinamica e fantasiosa, dotata di grande tecnica e di buon fiuto del gol, in grado di agire su tutto il fronte offensivo e di sapersi destreggiare in vari moduli, sia alle spalle e/o al fianco di una punta centrale classica, sia da rifinitore/trequartista/mezzala.
Ottimo uomo-assist, carismatico e combattivo, Rebrov ha sfruttato il suo fisico minuto ed agile per mettere in difficoltà gli avversari e per intrufolarsi negli spazi con la notevole velocità e l’indubbia abilità nel dribbling, secco ed ubriacante.
Ottimo rigorista, con 75 gettoni e quindici centri in un quindicennio di carriera è tra le figure cardine della propria rappresentativa nazionale.
L’esperienza inglese ne ha rallentato enormemente l’ascesa a livello internazionale.
Un carattere abbastanza fluttuante, il suo, al quale forse l’aria di casa era assolutamente necessaria per esprimersi al meglio.
Chissà se fosse sbarcato in Italia cosa sarebbe cambiato, nella sua parabola calcistica.
Da allenatore sembra più misurato e deciso, rispetto al giocatore.
E se la cava discretamente anche in “trasferta”, in questo caso.

Bel tipo, Rebrov.
Nel picco della sua attività sportiva è stato al centro delle attenzioni di società importanti.
Molto importanti.

Ai tempi sognavo di vederlo alla Lazio e ci è mancato davvero poco, per coronare la visione onirica.
L’incontro on air, ripetuto, ne ha sublimato il rapporto.
E pure la simpatia, inutile negarlo.

Nel 2023 la speranza è di saperlo presto a casa, in un paese finalmente libero.
A risentirci, amico mio.
73 (saluti!, in gergo Radioamatoriale) ed alla prossima!

Serhiy Rebrov: Calciatore e Radioamatore.

V74

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