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Una passione atavica

Sempre per il discorso sulla reciprocità di informazione, ispirazione, condivisione, compartecipazione e tutto il resto, sul web.

Alcuni anni fa, mentre ero disteso su un giaciglio non propriamente rilassante, iniziai a riflettere sui tatuaggi che avrei voluto fare dopo essermi alzato da quel momentaneo pagliericcio.

Ho iniziato in età avanzata, per svariate ragioni, ma è una passione che parte da lontano.
Non eccessivamente grandi, non esageratamente colorati, non particolarmente ingarbugliati.
Apprezzo la semplicità, la linearità, l’idea.

Il valore artistico, oltre che dal tratto, è per me insito soprattutto nel significato e nel valore del messaggio personale.

Con una certa armonia del totale, ove possibile, ma senza farne una questione meramente estetica, come oramai è da prassi abituale.

Mi piacciono pure i piercing: da giovane ne avevo un bel po’.
Quattro sulle orecchie (3 – 1), due sul naso (brillantino – anellino).
Ora li preferisco negli altri, meglio ancora se giovani.

Tornando ai tattoo: spunti presi e, spero, dati.

Al tempo redassi una lista parecchio lunga.
Il Covid ha rallentato il tutto, ma per fermarmi sulle intenzioni emotive ci vorrebbe quantomeno un infarto, un ictus o un frontale come si deve.
Cose forti, insomma.

Quindi ho iniziato e per ora siamo intorno alla decina.

Seguiranno piccole descrizioni ed alcune immagini, per l’appunto.

Au revoir.

V74

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