• 2019

Il Diritto di Opporsi

Continua il periodo del cinema di autodenuncia made in USA.

Qui si discorre di pena di morte, in un film ispirato da una storia vera: un qualcosa che più classico non si può.

Il Diritto di Opporsi

Il Diritto di Opporsi.
Tutto ok, tutto nella norma, tutto discreto, ma nulla che veramente sappia di speciale.

Nulla.

Certo, gli attori sono bravi, la regia presente, la storia degna di essere raccontata, addirittura pure la colonna sonora mi ha lasciato buone sensazioni.

Insomma: una placida serata di accettabile cinema di denuncia, senza infamia e senza lode.

Con un limite enorme.

Quel che infatti mi pare mancare a questa pellicola è il pathos reale, profondo, viscerale: per un’opera che tratta una simile tematica, un vero e proprio delitto, per restare in tema.

Eccezione al festival della normalità la strepitosa interpretazione di Tim Blake Nelson che regala una lettura magnificente e complessa in un ruolo importante.

Nel resto vi è parecchio conformismo, forse sarebbe meglio dire convenzionalità.

Denuncia civile, forte, sì, sempre con dogmatico rispetto dei ruoli, però.

Non esaltante, alla fine.


Il titolo italiano, rispetto all’originale con spiegazione annessa, sarebbe invece da Oscar.

Della demenza, as usual da secoli.

Il Diritto di Opporsi: 6

V74

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